Occupato palazzo De Luca a Capodimonte!

Comunicato

“Occupato palazzo De Luca chiuso da decenni – Scopo abitativo e sociale con un percorso di autorecupero dal basso e di progettazione partecipata”

foto de luca

Continua la Campagna precaria per il diritto all’abitare e agli spazi sociali. Dopo le azioni dei giorni scorsi che miravano a denunciare la svendita del patrimonio pubblico comunale e di importantissime strutture come l’Archivio storico di piazza Dante, oggi una trentina di studenti e precari aderenti alla campagna hanno occupato a scopo socio-abitativo palazzo De Luca a Capodimonte, in via Nuova San Rocco 68. Siamo tutti e tutte aggrediti dalla crisi e abbandonati  al ricatto del mercato nero e insostenibile degli affitti che nessuna istituzione vuole veramente combattere. Lo testimonia la totale assenza di risposte pubbliche (solo per gli studenti parliamo di un centinaio di posti letto per centomila persone… e per gli altri segmenti sociali il disastro è anche peggiore ). Abbiamo occupato l’ennesimo bene pubblico vuoto e abbandonato da decenni che può e deve dare risposte ai bisogni di questa città. Un palazzo storico su cui c’è stato ingente spreco di risorse senza condurre a niente. L’ultimo passaggio quattro anni fà quando la municipalità ristrutturò il secondo piano, ma intanto c’era stato il sisma dell’Aquila che aveva portato a una variazione dei parametri per gli uffici pubblici. La mancanza di risorse per provvedere ai lavori aggiuntivi bloccò ancora una volta la riapertura, malgrado le rimostranze dell’allora Presidente della Municipalità Principe, che aveva pagato 20.000 euro (…!!) una consulenza del docente d’Agostino della Università Federico II che rassicurava sulla tenuta statica del palazzo e sul fatto che non c’era nessun pericolo da quel punto di vista. Ma tra nuovi vincoli burocratici e tagli alle risorse Palazzo De Luca è rimasto ancora una volta chiuso e lentamente veniva avviato al rischio della dismissione e della svendita ai privati. Fino a stamani!

Il nostro progetto è socio-abitativo: da un lato trovare una risposta al diritto all’alloggio per alcune decine di studenti e precari che hanno partecipato all’occupazione, dall’altro recuperare e riutilizzare una serie di spazi a uso sociale per il quartiere. Per realizzare dal basso quello che finora non è stato fatto. Abbiamo coinvolto architetti solidali per un percorso di progettazione partecipata e di auto-recupero dal basso e su questo siamo sempre disponibili al confronto raccogliendo la disponibilità al dialogo che ci è venuta questa mattina dall’attuale presidente della Municipalità Giuliana Di Sarno.

Per il momento abbiamo cominciato a pulire la struttura e a recuperarla dallo stato di degrado e di sporcizia in cui versava per l’abbandono (vedi foto). Preso partiranno gli sportelli per sostenere dal basso il diritto all’abitare e i diritti di cittadinanza (salute, scuola, spazi verdi) e, appena sarà fisicamente possibile, per avviare laboratori autorganizzati con le altre realtà di quartiere tramite un meccanismo di partecipazione assembleare: dalle attività artistiche e culturali all’alfabetizzazione al mediattivismo, dal riciclo alle sale studio.

 

Magnammece ‘O Pesone

Spazi – reddito – felicità

OCCUPATA VILLA DE LUCA!

 

AGLI/ALLE ABITANT* di VIA NUOVA SAN ROCCO


Finalmente il palazzo torna a VIVERE… e noi troviamo CASA!

Siamo un gruppo di persone che cerca casa. Un gruppo di persone che da anni paga affitti in nero, subisce ricatti di ogni tipo, costretto a lavoretti malpagati e senza garanzie, che spesso e volentieri viene sfrattata di punto in bianco.

Siamo persone, giovani, che non hanno prospettive di lavoro stabile, molti di noi sono laureati, altri stanno ancora studiando, e di certezze non ne vediamo neppure da lontano.

Siamo alla ricerca di una stabilità abitativa, sono mesi che, quanto più ci sentiamo affossati dalla “crisi economica”, tanto più notiamo che questa città è piena di edifici abbandonati. E proprio mentre noi proviamo a guadagnarci il “pesone”, il Comune svende i suoi immobili, cioè quelli pubblici, quegli spazi che dovrebbero essere di tutti quelli che ne hanno bisogno!

Abbiamo aperto fino ad ora due spazi, mostrato con le nostre telecamere lo stato di abbandono in cui versano le strutture pubbliche inutilizzate, mentre gli abitanti di questa città vivono una vera e propria emergenza abitativa. La casa è un diritto che dovremmo avere garantito, ma in questa città si parla un’altra lingua. Fanno finta di non capirci, ci dicono che se li votiamo i problemi si risolvono, non sanno che alle chiacchiere noi non ci abbiamo mai creduto e non ci crederemo certo ora: non votiamo nessuno, noi guardiamo ai fatti.

Siamo entrati adesso in questo nuovo edificio, chiuso da dieci anni, in uno stato di abbandono imbarazzante. Da oggi abitanti di questo quartiere!

NON CHIEDIAMO IL FUTURO,

CI RIPRENDIAMO IL PRESENTE!

 

Occupato archivio storico in Piazza Dante!

GUARDA IL VIDEO: DANTE vs KONG!

“No alle mani sulla città: occupato per una due giorni di protesta l’Archivio storico di piazza Dante che il Comune vuole svendere lunedi. Diritto alla casa e agli spazi sociali! Anche il sommo Poeta approva…” –
La campagna “Magnammece ‘O Pesone” lancia la sua sfida all’amministrazione comunale sul tema e sul senso dei Beni Comuni. “Che significa parlare di Beni Comuni se la gran parte del patrimonio pubblico viene venduta (anzi… svenduta) e privatizzata?” (Nadja, studentessa). Case, convitti, scuole, palazzi monumentali: tutto ai privati in pochi anni in nome dell’Austerity e dei tagli!
Così da stamattina una settantina di precari che partecipano alla campagna sta occupando il “fiore all’occhiello” della svendita, l’ex convento di piazza Dante 79, archivio storico della città di Napoli, monumento Unesco, per cui è stata bandita l’asta lunedi prossimo (vedi allegato). Oltre 6.000 metri quadri a prezzo di saldi (molto meno di duemila euro al metro quadro) per il palazzinaro di turno. Un palazzo immenso di cui al momento viene utilizzato solo il quarto piano per i servizi sociali della municipalità (che infatti è contraria alla vendita). In un altro piano langue nell’abbandono un patrimonio documentale come l’anagrafe storica di Napoli, altri due piani enormi sono totalmente vuoti e inutilizzati. Abbiamo chiesto un incontro all’Assessore al patrimonio Tuccillo, vedremo se l’assessore e il sindaco si trincereranno nel silenzio di fronte a uno scandalo che ha già visto esprimersi contrariamente tantissimi cittadini con petizioni e proteste. O ancora se si nasconderanno solo dietro i tecnicismi (come accaduto in forma diversa anche con i sigilli all’ex Asilo Filangieri). La crisi esiste, ma quello che si fa dentro la crisi è un dato politico!
“E’ sconcertante, noi dobbiamo batterci per il diritto all’abitare e agli spazi sociali e strutture del genere che potrebbero essere utilizzate a fini culturali o anche per servizi alloggiativi per studenti, precari, sfrattati,languono nel totale abbandono. E ora se le vendono!” Contesta Monica una precaria della campagna. In strada, nella centralissima piazza Dante, l’amplificazione invita la gente a gite turistiche improvvisate nella struttura e all’assemblea pubblica che si terrà alle 18.00. Così l’immaginazione sociale tocca finalmente con mano quello che le viene sottratto! La campagna “Magnammece ‘O Pesone” (che ha trovato l’appoggio anche del sommo poeta (vedi foto) è stata avviata da precari e studenti che vengono dalle lotte di questo autunno contro l’Austerity, ma si rivolge a tutto quel pezzo di città che è assediato dai ricatti degli affitti insostenibili e in nero per i quali nessuno fa niente. Si stanno autorganizzando concretamente i gruppi di precari che vogliono trovare risposte all’emergenza abitativa con l’azione diretta. Contestiamo i grandi patrimoni inutilizzati degli enti pubblici, della curia, delle multinazionali immobiliari, dei prestanome della camorra… Ci opponiamo alla svendita del patrimonio pubblico per ottenere invece il suo uso sociale e solidale. La ricetta è semplice vista l’indifferenza delle istituzioni al problema: occupare! Mai piu case senza gente, mai più gente senza case!
Il nostro simbolo è il gorilla che pende da uno degli striscioni del palazzo, il gorilla che si ribella alla città per pochi…: attenti al Gorilla!

Magnammece ‘O Pesone
Casa – reddito – felicità

NON SPEGNI IL SOLE SE GLI SPARI ADDOSSO!

STRISC
Oggi abbiamo lasciato la palazzina di via De Crecchio della SUN (seconda Università di Napoli) dove siamo entrati in occupazione un mese fà e dove la Seconda Università di Napoli rivendica di voler costruire un Poliambulatorio. Al tempo stesso abbiamo individuato uno spazio come sportello-casa e come osservatorio sulla destinazione della struttura.
Ritenendo il diritto alla Salute e il diritto all’abitare due lati della stessa medaglia abbiamo usato l’occupazione del palazzo tra via Sole e via De Crecchio per costringere l’amministrazione della SUN a render note informazioni e tempistiche per il progetto su questo palazzo. Un progetto in teoria di ovvio interesse pubblico, ma in realtà un ennesimo inno allo spreco, con due piani ristrutturati e due abbandonati e di fatto chiuso da più di tre anni. Tramite l’occupazione abbiamo così scoperto che i lavori dovevano essere consegnati addirittura nel 2010 ma l’appalto è stato gonfiato dalla classica “variante di progetto” per poi impantanarsi, tanto che alle soglie del 2013 la palazzina era ancora vuota!

Dall’amministrazione della SUN abbiamo ricevuto impegni generici, per quanto formalizzati, a una “rapida apertura” dei poliambulatori e alla loro fruizione pubblica in connessione coi bisogni del territorio e della didattica. Ma nessun cronoprogramma reale e formale che garantisca in tal senso sull’apertura degli ambulatori, nessuna garanzia che non ci sia il consueto abuso dell’intramoenia con conseguente gestione privatistica della Sanità pubblica, nessuna smentita delle tante voci su meccanismi nepotistici che porterebbero parenti del Rettore stesso a capo della nuova struttura…
Questo in un quadro in cui in Campania le politiche di “Austerity” tagliano ancora migliaia di unità specialistiche e 41 solamente nel vecchio policlinico….
Il documento dei Rettori delle varie Università napoletane che prendono atto del disastro nei servizi agli studenti anche sul piano del diritto all’alloggio (due-trecento posti letto per oltre centomila persone…!) e chiede un tavolo urgente alla Regione Campania è un risultato della lotta di queste settimane che però non risolve i problemi materiali e ancor meno le contraddizioni del Rettore Rossi che su Napoli ha “candidamente” affermato di aver messo a bando posti letto solo nella struttura del Monterone di via Crispi, gestita privatamente dall’Opus Dei a costi carissimi!!
Per tutti questi motivi abbiamo individuato nel complesso di Santa Patrizia della stessa SUN gli spazi (anch’essi abbandonati) dove nelle prossime settimane costruiremo uno sportello sul diritto all’abitare che sia però anche un osservatorio sulla reale apertura e fruizione pubblica della palazzina di via de Crecchio. Perchè per garantirci i diritti negati crediamo solo nel controllo dal basso e nell’azione diretta! Per la stessa ragione le occupazioni per il diritto alla casa presto riprenderanno. Attenti al Gorilla…

(nella foto lo striscione del Comitato Magnammece O Pesone nel complesso di Santa Patrizia dove siamo stati stamani e il logo della campagna per il diritto all’abitare)

Magnammece O Pesone
Spazi, reddito, felicità

Magnammece ‘o pesone – occupiamo il sole!

stencil

Ebbene, abbiamo occupato il Sole. Non perché siamo megalomani, ma perché il nostro sangue, il nostro tempo, la nostra aria ci vengono tolti giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Senza risarcimento alcuno.

Ci siamo presi il sole perché serviva fare luce, brancolavamo nel buio. Lo conoscete il buio? E’ quando ti dicono che devi prestarti al gioco della compravendita del tuo tempo di vita, quando non capisci bene perché, ma la tua giornata si svolge tra una biblioteca, la fatiscente stanza di appartamento di qualcuno che s’è preso tutti i tuoi soldi per “ospitarti”, il lavoro al pub per dodici ore, che grazie alle mance ti darà la possibilità di un pasto caldo il giorno dopo.  Oppure quando ce l’hai fatta: l’obiettivo-laurea t’ha fatto andare avanti come un mulo. Poi, il buio. E pensi ai tuoi genitori che ti dicevano – e ci credevano!- che ogni sacrificio sarà ben pagato. E pensi a quanto, piuttosto, TU hai pagato. Non solo: a quanto paghi e a chi ci guadagna. No, non ci stiamo. A noi piace la luce. I colori. Non ci vogliamo stare più nel buio, nella giungla del lavoro  “a progetto”, “contratto a rinnovo ogni tre mesi”, nell’assenza di garanzie per l’affitto, per poter pensare al mutuo, ai tempi e alle spese della maternità o della paternità. Il sindacalista dice che è dalla tua parte, mentre il sindacato firma i più ignobili accordi. I tuoi amici dall’estero ti parlano di una cosa che si chiama “welfare”, che qui sembra non avere nessun significato. E il governo di turno si affanna a spiegare l’importanza di salvare i mercati. Ma chi sono questi signori mercati? Perché dovremmo salvarli, se sono proprio loro a toglierci tutto?

Nel cuore del centro storico, nei nodi delle contraddizioni, apriamo spazi di felicità. Per vivere assieme in un altro modo, per riprenderci pezzi di ciò che è nostro senza aspettare che ci cada dall’alto. Per mettere in scacco chi crede di poter speculare all’infinito sulle nostre energie. Perché crediamo che nel quadro odierno debba esserci garantito un reddito di base e incondizionato e che il diritto all’abitare sia il primo passaggio verso il ripensamento delle politiche sociali. Parliamo di ciò che ci è vitale, nostri bisogni e desideri. In termini concreti: sanità, trasporti, casa, istruzione. Ma anche il diritto ad una vita basata non più su lavoro, famiglia, profitti. E’ il diritto a vivere il presente. Da adesso sarà solo questo a determinare il nostro modo di abitare la città.

La “notte bianca dell’occupazione” la protesta di studenti e precari

Occupata una palazzina universitaria al centro storico e l’ex deposito Anm di Bagnoli

di ANNA LAURA DE ROSA

La "notte bianca dell'occupazione" la protesta di studenti e precari

L’hanno chiamata la “Notte bianca delle occupazioni”: circa cento fra studenti e precari hanno occupato una palazzina universitaria che si trova al centro storico (chiusa dal 2009) e l’ex deposito Anm di Bagnoli. L’azione ha anticipato di qualche ora la notte d’arte in programma al centro antico e rivendica “il diritto all’abitare contro lo strozzinaggio degli affitti in nero”.

“Basta essere spennati dagli affitti in nero: il diritto all’abitare é diritto allo studio” si legge sullo striscione  affisso sulla palazzina occupata in via Luigi de Crecchio (incrocio tra via del Sole  evia della Sapienza).

Così precari e studenti lanciano una vera e propria campagna di occupazioni che si chiama “Magnammece ‘o pesone”, e che prende il via dalle mobilitazioni autunnali contro le politiche di austerity.

L’edificio occupato al centro storico fa parte del complesso di Sant’Andrea alle Dame, era sede della Sun ed è chiuso dal 2009 per lavori di ristrutturazione.  “I lavori dovevano terminare nel 2010 ma ad oggi sono stati ristrutturati solo due piani su quattro – protestano gli occupanti  –  La palazzina è in disuso come molti altri beni demaniali della zona. E’ assurdo per una città senza servizi e con una pressante emergenza abitativa: migliaia di studenti abitano in case fatiscenti e non a norma, senza alcun tipo di contratto e con affitti che arrivano fino a 400 euro per una sola stanza. Le università napoletane offrono la miseria di 200 posti letto a oltre 100 mila studenti, mentre la Regione aumenta del 126 per cento la tassa sul diritto allo studio senza offrire servizi”.

L’obiettivo “è riconquistare una vita dignitosa per tutti partendo dal diritto all’abitare  –  fanno sapere gli studenti – A fronte delle inesistenti politiche sociali da parte dell’amministrazione comunale e del mancato investimento nel diritto allo studio da parte della Regione Campania, rispondiamo riprendendoci il nostro presente e riappropriandoci del diritto all’abitare. Oggi fra l’altro scade il contratto del Comune di Napoli con la Romeo Immobiliare per la parte relativa all’edilizia popolare, eppure la stessa Romeo gestisce e specula sulla svendita del patrimonio pubblico”.
(15 dicembre 2012)

 

99% ALLA RISCOSSA: OCCUPATO PALAZZO A SCOPO ABITATIVO

A tutti quelli che propinano la ricetta del sacrificio, dell’austerità e del capo cosparso di cenere, noi rispondiamo che VOGLIAMO TUTTO! REDDITO, SPAZI DI VITA, FELICITA’!

gorilla

99% alla riscossa: occupato palazzo a scopo abitativoOggi, 15 dicembre, un centinaio di student*, precar* e disoccupat* ha liberato uno dei tanti edifici pubblici del centro storico abbandonati all’incuria e alla speculazione.
Siamo nel cuore del centro storico, in una delle palazzine universitarie abbandonate da anni, al centro delle contraddizioni di questa città, di questo sistema economico e di questa Europa. L’edificio, collocato in via Luigi de Crecchio n.12 (quella che precede il vecchio auditorium dove fu girato “Morte di un matematico napoletano”), è stato abbandonato a metà dei lavori lasciando due piani fatiscenti, così come in disuso risultano anche altri beni demaniali in questa strada. 
Ai tempi dell’austerity e dei sacrifici la ricetta che proponiamo è un’altra: riappropriazione di spazi, reddito e felicità. Queste le parole d’ordine della campagna “Magnammece o’ pesone”, partita dalle mobilitazioni autunnali contro le politiche di austerity, che hanno accomunato tante e tanti nel rivendicare reddito universale e incondizionato. 
Il centro storico di Napoli è il quartiere in cui più è urgente la questione abitativa: migliaia di studenti abitano in case molto spesso fatiscenti e non a norma, senza alcun tipo di contratto, con affitti altissimi e in continuo aumento. A fronte delle inesistenti politiche sociali da parte dell’ amministrazione comunale e del mancato investimento nel diritto allo studio da parte della Regione Campania (che dovrebbe garantire studentati, mense, tariffe agevolate sui trasporti e borse di studio e che invece aumenta del 126% la tassa regionale sul diritto allo studio) rispondiamo riprendendoci il nostro presente e riappropriandoci del diritto all’abitare. Questo quartiere risulta ufficialmente quasi disabitato perché il Comune di Napoli decide di non vedere le centinaia di studenti e lavoratori che lo abitano, lasciando che il mercato degli affitti sia di fatto una giungla senza contratti e garantendo rendite spropositate che precarizzano ancora di più le nostre vite.
Oggi, 15 dicembre, scade, inoltre, il contratto del Comune di Napoli con la Romeo Immobiliare per la parte relativa all’edilizia popolare. Dopo un lungo periodo in cui il patrimonio immobiliare pubblico è stato gestito in maniera privatistica e, quindi, senza nessun beneficio per la collettività, stiamo assistendo addirittura alla dismissione e alla svendita di questi immobili. 
Questa è la prima tappa di una campagna che mira a riconquistare una vita dignitosa per tutt*, attraverso la riappropriazione di reddito reale partendo dal diritto all’abitare.

Invitiamo tutt* all’assemblea pubblica di oggi pomeriggio alle 16,30 

Magnammece o’ pesone
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