La “notte bianca dell’occupazione” la protesta di studenti e precari

Occupata una palazzina universitaria al centro storico e l’ex deposito Anm di Bagnoli

di ANNA LAURA DE ROSA

La "notte bianca dell'occupazione" la protesta di studenti e precari

L’hanno chiamata la “Notte bianca delle occupazioni”: circa cento fra studenti e precari hanno occupato una palazzina universitaria che si trova al centro storico (chiusa dal 2009) e l’ex deposito Anm di Bagnoli. L’azione ha anticipato di qualche ora la notte d’arte in programma al centro antico e rivendica “il diritto all’abitare contro lo strozzinaggio degli affitti in nero”.

“Basta essere spennati dagli affitti in nero: il diritto all’abitare é diritto allo studio” si legge sullo striscione  affisso sulla palazzina occupata in via Luigi de Crecchio (incrocio tra via del Sole  evia della Sapienza).

Così precari e studenti lanciano una vera e propria campagna di occupazioni che si chiama “Magnammece ‘o pesone”, e che prende il via dalle mobilitazioni autunnali contro le politiche di austerity.

L’edificio occupato al centro storico fa parte del complesso di Sant’Andrea alle Dame, era sede della Sun ed è chiuso dal 2009 per lavori di ristrutturazione.  “I lavori dovevano terminare nel 2010 ma ad oggi sono stati ristrutturati solo due piani su quattro – protestano gli occupanti  –  La palazzina è in disuso come molti altri beni demaniali della zona. E’ assurdo per una città senza servizi e con una pressante emergenza abitativa: migliaia di studenti abitano in case fatiscenti e non a norma, senza alcun tipo di contratto e con affitti che arrivano fino a 400 euro per una sola stanza. Le università napoletane offrono la miseria di 200 posti letto a oltre 100 mila studenti, mentre la Regione aumenta del 126 per cento la tassa sul diritto allo studio senza offrire servizi”.

L’obiettivo “è riconquistare una vita dignitosa per tutti partendo dal diritto all’abitare  –  fanno sapere gli studenti – A fronte delle inesistenti politiche sociali da parte dell’amministrazione comunale e del mancato investimento nel diritto allo studio da parte della Regione Campania, rispondiamo riprendendoci il nostro presente e riappropriandoci del diritto all’abitare. Oggi fra l’altro scade il contratto del Comune di Napoli con la Romeo Immobiliare per la parte relativa all’edilizia popolare, eppure la stessa Romeo gestisce e specula sulla svendita del patrimonio pubblico”.
(15 dicembre 2012)